Amarcord

il mio è verde però

Il mio garage è uno di quei luoghi di perdizione dove non bisogna entrare a meno che non si abbiano un paio d’ore da buttare via.

Io ho sfidato l’ignoto. Cercavo un libro, una raccolta di poesie, che ero sicura di aver sistemato in uno scatolone contrassegnato dalla dicitura giulia.

Mi sono seduta tra una lampada e un proiettore di diapositive e ho cominciato a tagliare nastro adesivo.

Sono tornata indietro nel tempo, diciamo una decina di anni fa, forse dodici. Un mondo di diari, braccialetti di perline, lettere, fotografie di feste e gite che non ricordavo di aver scattato, sigarette, promesse, biglietti, conchiglie e citazioni copiate da libri di poesia. E, come allora, ho sospirato e sorriso.

Il mio libro non l’ho trovato e sono riemersa dal garage coperta di polvere e nostalgia.

PS: …e con il mitico Game Boy!

PS2: chi si è mangiato la mia raccolta di Cesare Pavese?

Ogni maledetto lunedì

I Lunedì da queste parti sono momenti critici.

C’è una signora che arriva all’alba sferragliante di secchi e moci vileda e si mette a pulire le scale condominiali, cantando salmi religiosi.

C’è un cane -che casualità è proprio il mio- un cocker selezionato per essere particolarmente abbaiante e rompiscatole, che non tollera la provocazione e trascorre le tre ore successive con le bave alla bocca aumentando progressivamente il volume dei latrati.

C’è un’altra signora -che casualità è proprio mia mamma- che ha deciso che il lunedì mattina è il momento giusto per rivoltare la casa. La stessa signora -che casualità è famosa per essere fastidiosamente mattiniera e per avere un tono di voce penetrante, fa la maestra-  inizia verso le 6 a vibrare colpi di scopa sulle porte, a spostare mobili con una forza sovrumana e, soprattutto, spalanca tutte le finestre.

C’è un appartamento -che casualità è proprio il mio- che è disposto in modo strano e crea delle correnti d’aria degne della più potente delle gallerie del vento.

(Il cocker feroce non sopporta la vista della scopa, pertanto alterna i latrati a vigorose ringhiate contro la nemica di saggina)

C’è una persona -che casualità sono io- che non ha orari di lavoro rigidi e che, fortunatamente, di lunedì mattina non deve svegliarsi. In teoria. Forte di questa consapevolezza -e debole di memoria- quella persona (che casualmente sono io) va a dormire a orari imbarazzanti. Verso le 6, quella persona si sveglia improvvisamente, credendosi nel bel mezzo di un’irruzione della polizia e trascorre la prima parte della giornata in stato ipnotico cercando di ricostruire la propria identità.

Quando quella stessa persona -sono sempre io eh- riprende conoscenza, si trascina in cucina per bere un caffè, trova una figura simile a lei (che poi riconoscerà come il genitore cromosoma Y) e la signora genitrice che la bombarda di domande difficilissime e le ricorda impegni improrogabili che si dimentica 40 secondi dopo. Il cocker continua ad abbaiare.

Il tutto, in un clima rigido e ventoso, che ci ricorda tragicamente il destino dei soldati napoleonici in Russia.