Su un libro che vorrei leggere e su uno che ho scritto io

Allora: premetto che, finora, questo blog mi ha portato fortuna perché quasi tutte le volte che ho espresso un desiderio “libresco”…il desiderio è stato magicamente esaudito!
Ricordate? Avevo dimostrato interesse per la vicenda relativa alla catena di delitti che aveva funestato Alleghe, un paesino di montagna poco lontano da casa mia in Italia, e, in un paio di mesi, mi sono arrivati ricchi regali e cotillons! Mi riferisco alla bellissima sorpresa di Michele (il mio Babbo Natale misterioso) e di Maurizio (che è mio zio anche se io i miei zii li chiamo per nome). Read more

Un’altra lista di film belli

Qualche mese fa, anzi quasi un anno fa, vi ho proposto una lista di film che avevo visto e che mi erano piaciuti molto. Dato il successo -inaspettato se devo essere sincera- di quel post, ve ne propongo un’altra, con la drammatica certezza che dimenticherò i migliori.
Ogni volta che guardo un film, infatti, me lo scrivo sull’agenda…ma secondo voi, io ho la pazienza di andare a ritroso a cercare un anno di film? Bravi. No.
Quindi accontentatevi di questi miei ricordi sparsi e confusi, tenete sempre in mente che mi addormento davanti allo schermo e siate clementi!
[Se “film belli” è la chiave di ricerca più diffusa per il mio blog dopo “passione cimiteri” e “cerniera che scende”, devo forse farmi qualche domanda?] Read more

Maine – “Pet Sematary” (Stephen king)

Non c’era tappeto di aghi, lì. C’era un cerchio quasi perfetto di erba falciata, del diametro di dieci o dodici metri. Era delimitato per circa tre quarti da un folto sottobosco e per il resto da un groviglio di alberi caduti, che si presentava a un tempo sinistro e pericoloso. […] La radura era zeppa di lapidi, evidentemente fatte dai bambini con tutto quello che avevano potuto trovare in giro: stecche di legno o di metallo, pezzi di latta. Si stagliavano simmetriche, contro il perimetro di bassi cespugli e di alberelli sparuti che si contendevano la luce e lo spazio vitale. La loro goffa manifattura, il fatto che di quello che c’era lì fossero responsabili degli esseri umani e lo sfondo creato dalla foresta conferivano al luogo uno strano genere di profondità […] Read more