92 minuti di tremendo aggiornamento estivo

Basta, è ora di finirla con tutto questo procrastinare!

 Eh prima avevi da organizzare il matrimonio, e poi il trasloco e poi le vacanze e poi ormai aspetti settembre che tanto d’estate nessuno sta davanti al computer… finisce che, a parte due articoli riciclati, qui non hai fatto nulla per tre mesi.

VERGOGNA!

Amici, se questo dialogo tra me e me – nessuno specchio è stato coinvolto – vi risulta familiare, vuol dire che ormai vi siete abituati alla mia strafottente ignavia e alle voragini spazio-temporali che contaminano queste pagine.

Volete che vi dica la verità?
Se ho lasciato andare alla deriva il mio blog è stato semplicemente perché
NON
AVEVO
VOGLIA
DI
AGGIORNARE.

Primo proposito per settembre: dire – quasi- sempre la verità.

A mia discolpa, solo il fatto che, scrivendo per lavoro (sì, sì, davvero!), mi sono concentrata più di là che di qua.
E poi non ho neanche più tanto l’età di farmi le serate e i weekend a scrivere dopo che trascorro tutto il giorno con gli occhi incollati allo schermo del computer.
La mia vista, in inesorabile declino dai tempi di quel criminale di Lorenzo Rocci che usava quel font sconsiderato e minuscolo per scrivere i caratteri greci del dizionario, sta diminueeeeeendo sempre di più.
E io, come ogni anno, a settembre esprimo il desiderio di farmi il laser per la miopia e di togliermi i denti del giudizio e poi non ne ho il coraggio.
Mi conoscete, amici, portate pazienza e continuate a volermi bene.

Secondo proposito per settembre: smetterla di formulare propositi che non ho tempo/voglia/sbatty di rispettare.

Dunque, vediamo un attimo di ritrovarci e di vedere a che punto avevamo messo il segnalibro.
Che cos’ho fatto quest’estate di così importante?

Beh, prima di tutto, se non si fosse capito… mi sono sposata!
Ho acchiappato un vestito con i fenicotteri (di questa creativa inglese), mi sono comprata un paio di scarpette argentate come quelle di Dorothy del Mago di Oz (non le trovo più ma erano di mamma Zara), mi sono tinta i capelli di blu (ho usato questa tinta ma si vedeva poco) ho obbligato una cinquantina di persone a prendere treni, aerei e autobus per raggiungere la ridente San Donà di Piave, ho affittato una meravigliosa villa semi-abbandonata (questa)… e via!
Il paziente Alessio – che apparentemente ha una riserva di energia inesauribile, beato lui – si è fatto trovare all’ora giusta davanti al Comune e ha firmato i documenti senza utilizzare di straforo l’inchiostro simpatico.
Che poi, parliamone un attimo, che bel nome è “inchiostro simpatico”? È stupendo!
Perché “gas esilarante” allora? Che meraviglia.

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Torniamo a noi.
Il nostro matrimonio verrà ricordato come unico nel suo genere perché:
-la sposa è arrivata puntuale e addirittura prima di molti invitati
-gli sposi non hanno voluto confetti perché li schifano e li odiano (citazione che se la cogliete siete bravi)
-gli sposi si sono quasi dimenticati di scambiarsi gli anelli (a proposito, erano questi)
-la sposa non è arrivata con una LIMOUSINE, ma a piedi con un codazzo di parenti schiamazzanti in bicicletta (e palloncini svolazzanti);

E a proposito di procrastinare, dopo la bellezza di due mesi e mezzo, i NUBENDI (ormai NUBATI da un pezzo però) si sono degnati di selezionare le fotografie e di metterle tutte assieme in un album che hanno composto avvalendosi di questo bellissimo servizio.
No, non sono pagata per fare pubblicità a tutti questi meravigliosi siti/negozi che ho citato.
Magari.
Un mondo in cui mi pagano per indossare dei vestiti con i fenicotteri?
Sono disposta a vendere la mia anima al demonio.
Dove devo firmare?

Terzo proposito per settembre: smetterla di dire che non devo procrastinare e che chi ha tempo non aspetti tempo. Le cose si fanno quando si ha VOGLIA non quando non si ha niente da fare.

Dopo lo sposalizio, siamo tornati a Berlino e – durante il weekend più caldo della storia di Cermania – le temperature hanno sfiorato i 38 gradi… trentotto, signore e signori! – abbiamo traslocato. E con questa fanno 20 case.

No. Siamo sempre nello stesso paese, abbiamo solo cambiato quartiere!

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Niente pareti blu pavone questa volta, faceva troppo caldo. E il paziente Alessio mi ha guardato con amore minacciandomi di tremende ritorsioni non appena ho iniziato a balbettare un “e se diping...”

In compenso – e a proposito di cose blu-  per rimediare al tentativo fallito di avere i capelli blu e al mio conseguente cuore spezzato, sono andata seriamente dalla parrucchiera e, dopo una seduta estenuante di quattro ore, QUATTRO ORE, in cui sono stata schiarita, “incellofanata”, impiastricciata, schiaffeggiata, tirata, fonata, messa sotto il casco, proprio quando stavo iniziando ad avere le visioni e a mettermi a urlare che BASTA, LASCIATEMI IN PACE, LASCIATEMI QUI CON QUESTI CAPELLI MEZZI GIALLI E MEZZI BIANCHI, mi sono guardata e PAPAM! Avevo i capelli blu oltremare! Questa volta per davvero!
QUATTRO ORE, VOSTRO ONORE.
Quattro lunghissime ore in cui a un certo punto mi è scappata una pipì pazzesca (ma non potevo alzarmi perché avevo la carta dei cioccolatini in testa), mi è venuta una fame tremenda e la pancia ha iniziato a fare brrr brrrrr nell’unico negozio di “tagliata ai capelli” silenzioso del mondo. E avevo anche un libro non particolarmente bello da leggere (“Dio di illusioni” di Donna Tartt).

Screen Shot 2015-09-13 at 11.22.41 AMAdesso adoro i miei capelli, però la prossima volta guardo un video su Youtube e mi arrangio in dieci minuti (QUATTRO ORE!).
Come quando mia mamma mi tagliava la frangia in seconda elementare e mi prendevano tutti in giro, MAESTRA COMPRESA.

Quarto proposito per settembre: non andare mai più dalla parrucchiera e ricordarsi di quelle QUATTRO ORE di allucinazioni quando me ne verrà sventatamente voglia.

Che altro ho fatto?
Sono andata in vacanza in Grecia, a Corfù (se magari un giorno ne avrò voglia, scriverò un post a parte ma so già che non lo farò quindi dimenticate pure quello che ho detto… comunque andateci perché è bellissimo!), e ho finalmente realizzato uno dei miei desideri non irrealizzabili! Ricordate?

Screen Shot 2015-09-13 at 11.13.29 AM

In Grecia, inoltre, ho dato sfoggio delle vaghe rimembranze di greco antico (grazie Rocci!), recitando con nonchalance epigrammi di Teocrito, distici elegiaci di Saffo, declinazioni di articoli determinativi, e sottoponendo il paziente Alessio alla terribile lettura di tutti i segnali stradali, menù dei ristoranti, istruzioni della crema solare, perdendomi in estenuanti digressioni sull’origine di questa e quella parola ed enunciando con ὕβϱις pazze curiosità sull’alfa privativo e sulle gutturali doppie che si trasformano in nasali come per magia.
Il paziente Alessio era palesemente interessato a tutti questi aneddoti e non riusciva a contenere l’entusiasmo.

E poi, dulcis in fundo, ho organizzato la mastodontica luna di miele (la Grecia era solo un aperitivo). Anzi, per dire la verità, le cose difficili le ha organizzate tutte il paziente Alessio.
Io mi sono limitata ad aggiungere alla nostra to do list, alcune tappe (di nessuna rilevanza artistica e/o culturale) corrispondenti a tutti i posti dove gli scrittori della beat generation si sono fermati per puro caso a fare la pipì o a comprare le sigarette.
Ah, sì, dimenticavo! Si va in Florida!