Amanda Palmer: I just can’t explain how good it feels.

Lo scorso weekend è iniziato martedì mattina quando sono atterrata a Londra per passare un paio di giorni con miei amici/nuoker Meg e Memmo.
Ho sempre una leggera paura di volare ma fortunatamente questi orari sovrumani della easyjet mi permettono di crollare addormentata con disinvoltura e bava alla bocca e di non accorgermi praticamente del pericolo mortale a cui mi sottopongo con cieco coraggio.
 

A Londra ho fotografato molte finestre e ho capito che è bello vivere in un posto dove capisci quello che dice la gente, capisci le battute e capisci che gli autoctoni non ridono di te ma ridono per gli affari loro. Aggiungiamoci la mia malcelata venerazione per le famiglie reali europee e il gioco è fatto.
Sono ritornata a Berlino, con un tentativo di accento britannico. Poi mi hanno chiesto se avevo il raffreddore, allora ho smesso.
Ho smesso anche di usare “bloody hell” come esclamazione e sono tornata alle mie solite espressioni eleganti.
E sì, mi sono iscritta anche ad un altro corso di tedesco. Voglio capire le battute, maledizione.


Venerdì sera mi sono tagliata i capelli ed ho scoperto una nuova frontiera della “parrucchieria” (Esiste questa parola?Boh).
Il parrucchiere A CASA. Cioè, fa un freddo cane e la frangia mi sta male? Io chiamo Andy, un australiano di Melbourne che assomiglia vagamente ad Alfred di “Indovina Chi?” e a Tom Cruise quando faceva il vampiro. Vagamente.

Il vantaggio, oltre che cento punti in più per la mia pigrizia? Semplice: al parrucchiere a casa puoi mostrare tutte le foto che vuoi perché non c’è nessuno che ti guarda male, puoi chiedergli la frangia di Zooey Deschanel in “New Girl” e lui taglierà senza battere ciglio e anzi chiedendoti se possibile di ascoltare il cd degli Hot Chip.
Il trauma è superato. 

Quindi evviva Andy e evviva il muro blu pavone che fa da sfondo a tutte le mie foto.

Eccomi mentre mi congratulo con me stessa per la felice scoperta.


E qui sotto, la foto della bellissima Zooey alla quale Andy si è chiaramente ispirato (malgrado la foto presentata fosse molto meno spettinata. Ma cosa gli posso dire: con questa materia prima si fa quel che si può).

Ma passiamo alla parte decisamente più interessante dell’intero weekend.
Ieri sera, domenica, Amanda Palmer era in città con la Grand Theft Orchestra (straordinari!) e noi eravamo quasi in prima fila al suo concertone al C-Club.

Amanda Palmer and The Grand Theft Orchestra

Non so scrivere le recensioni dei concerti perché in fondo me ne intendo poco di musica, ma se dico che è stato probabilmente il miglior concerto della mia vita, mi credete?
Amanda è bellissima, molto più bella dal vivo che in foto, ha un sorriso enorme (e dei denti stupendi!), una voce che sconquassa, e si vede che è libera: sul palco recita, urla, suda, balla, suona tutto quello che trova, si spoglia, si agita e salta addosso ai suoi musicisti.
E non solo. Il momento emotivamente più potente di tutta la serata è stato quando ha chiuso gli occhi e si è semplicemente lasciata cadere sul pubblico e si è fatta trasportare dalle nostre mani continuando a cantare e coprendo tutti con lo strascico lunghissimo della sua giacca!

Qui sotto, una foto che ho scattato con il telefono prima di arrivasse sopra di noi.  Alla fine, un’altra foto stupenda che ho trovato online e che rende bene l’idea dello strascico. Qui un video di un concerto di Portland dove fa la stessa cosa.


E la fine: beh, la fine. Una cover di Creep suonata con ukulele e cantata da tutto il pubblico.

Mi viene ancora da piangere se ci penso.
E non sto neanche a dirlo: un mio nuovo desiderio (non?) irrealizzabile è proprio un bel crowdsurfing…anche con venti persone eh…basta che me lo fate fare! 

Credits: Lights and Letters