Il diritto al fischiettamento illogico

A volte penso che la mia lista del venerdì dovrei proporvela di lunedì, tanto per migliorare questa giornata che, ad essere molto gentile ed educata, definirei traumatica.

Io odio il lunedì e sì, capirai che novità. Tutti odiano il lunedì.

Personalmente, non lo odio perché si ricomincia a lavorare dopo due giorni di vacanza. Cioè, lo odio anche per quello ma soprattutto perché durante il weekend io cambio fuso orario. Di sabato e domenica è come se andassi in Australia: sono attiva ad orari improponibili e mi sveglio e mi addormento senza regole e filo logico.

Tanto per fare un esempio, ieri c’era il sole. Mi sono svegliata tranquillamente alle 8 (cosa che non faccio neanche durante la settimana), SONO ANDATA A CORRERE* (metto un asterisco e poi spiego), sono tornata a casa, doccia e poi sono uscita tutto il giorno, camminando come una cretina per viali e parchi. Alle 16 sono tornata a casa, mi sono addormentata pesantemente per un’ora (con abbondante bava alla bocca) e poi, rilassatissima, sono uscita di nuovo per l’aperitivo che notoriamente in Germania non si fa.
Fuso della Nuova Zelanda con incursioni a New York e Kuala Lumpur.
Di sera, poi, sono tranquillamente crollata a mezzanotte guardando un film (“Mean Streets” di Martin Scorsese se vi interessa), di nuovo tornata al fuso di Berlino.

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Prima di raccontarvi il risveglio di stamane, torniamo all’asterisco:
*sono andata a correre: non pensate male. Lo so che in questo periodo sono stranamente attiva: vado a yoga, faccio esercizi in casa TRE volte alla settimana (tipo quelli di Jane Fonda, certo, ma vestita peggio), oggi ho iniziato ad andare a lavorare in bicicletta (10 chilometri A/R eh!)…e adesso mi metto anche a correre per le strade come quei pazzi tutti sudati che si vedono in giro?
No, non preoccupatevi. Questa è stata la scena:

Io: “Ciao. Visto che mi sono svegliata presto, vado a correre ok?”
Il paziente Alessio: “Ciao, STAI ATTENTA A NON FARTI MALE.” (Sì, ho questa strana reputazione)
Dopo 7 minuti
Il paziente Alessio: “Già qui?”
Io: “Sì, ho corso un minuto e credevo di morire. Ho camminato. Non andrò mai più. Figa la funzione “fitness” dell’iPod. Sport di m#@* comunque.”
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Torniamo a noi.
Placidamente e profondamente addormentata, questa mattina sono stata svegliata di soprassalto dai lavori in corso sulla strada. Alle SEI E MEZZA.

Le SEI E MEZZA.

Un trambusto di “BEEEP BEEEP VROOOM SBAM CRASH SBENG IIIIIHHH”.
Avete mai sentito parlare di “gentrificazione“? Ebbene, a Berlino sta avvenendo sul serio ed è tutta concentrata nei pressi di casa mia. Ci sono 87 cantieri con operai che, iniziando a lavorare alle 6 e finendo alle 15, sono evidentemente calibrati sul fuso orario UCRAINO.

E io mi sveglio.
Ed è lunedì.
E di lunedì ho il TREMENDO TEAM MEETING a cui oggi, tra parentesi, ho assistito IN PIEDI, guardando me stessa da fuori e chiedendomi: “Ma cosa ci fai lì? Perché non sei a letto a dormire?”.
Una tortura utilizzata anche nelle peggiori carceri: IL TEAM MEETING IN PIEDI.
Tutti confessano dopo venti minuti di team meeting in piedi. Si sa.

Vabè, uno dice, pazienza. Pensa che bello: oggi c’è il sole e finalmente puoi andare in giro in bicicletta, puoi metterti il trench beige e attraversare il parco, ammirando la natura che si risveglia. Che poesia.

Sì. Certo.
Siete mai andati in bicicletta in Germania voi?
Io considero il tragitto in bicicletta uno dei pochi momenti rilassanti della giornata: corro, sì, ma non mi affanno,  mi guardo in giro, fischietto motivetti inesistenti, mi godo il vento e il sole, metto un bicchiere di cappuccino nel cestino e lo bevo…con calma.

Qui, invece, sono fuori di testa.
Tutti vestiti tecnici, con i pantaloni stretti da ciclisti e le ginocchiere, ai semafori non si distraggono neanche un secondo pur di partire per primi. Quando scatta l’arancione (che qui, inspiegabilmente, arriva prima del verde e NON prima del rosso) sono già venti metri più avanti di te.
Se sulla pista ciclabile non vai ad almeno 50km/h ti scampanellano e ti bestemmiano dietro.
“Devi stare sulla destra se hai tempo da perdere, inetta che non sei altro!”
Una vecchietta paraplegica senza una gamba sta attraversando la pista ciclabile? Non gliene frega niente, capito? Si deve spostare su-bi-to. Non c’è flessibilità. Zero. (e per inciso, è un problema che hanno in molti altri campi)

ALLORA VI DOVETE DARE UNA CALMATA OK?!?
Non lo vedete ‘sto traffico? Non ne sentite il rumore, la puzza, la violenza?
Avete la possibilità di girare in bicicletta, avete persino più piste ciclabili della ridente San Donà…cosa correte? Dove andate?
Rilassatevi. Godetevi l’arietta fresca, fate cose stupide, andate dentro alle pozzanghere come faccio io che non ho neanche il parafango, fate le discese senza piedi sui pedali, canticchiate, salutate le signore che non conoscete e soprattutto lasciate che attraversino la vostra pista senza cercare di tirarle sotto.

CALMATEVI.

E rivendicate il vostro diritto al fischiettamento illogico.

PS: ce l’ho davvero il trench beige e il cappuccino nel cestino eh!

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