“Il vestito verde” di Giulia Depentor (che sono io)

Tante volte, in questi 8 anni di blog, vi ho detto che stavo scrivendo un romanzo. Ora che ci penso, proprio questo blog è stato il motivo per cui quell’opera è stata iniziata (l’appetito vien… scrivendo, come si suol dire).

Ho tediato voi e il paziente Alessio con le mie “sindromi da pagina bianca”, mi sono lamentata della piaga delle case editrici a pagamento e dei concorsi letterari truffaldini, vi ho detto che non volevo più scrivere, ho lasciato perdere e mi sono dedicata ad altri progetti, ho pubblicato un altro libro e alcuni racconti (qui e qui).

Ma lui era sempre lì. Abbandonato.

A un certo punto, vi ho promesso che mi sarei data da fare e l’avrei terminato: “anche fosse solo una paginetta al giorno – ho proclamato sicura – giuro che lo finirò!”

E ce l’ho fatta davvero. Ricordo perfettamente il momento in cui ho scritto “FINE” sull’ultimo foglio del manoscritto, ricordo le lacrime (perché lo sapete che mi commuovo sempre) e gli abbracci. E poi, di nuovo le lamentele e le frustrazioni: e bisognava correggerlo, e che noia, e quanti refusi, e quante incongruenze e che palle. E poi le case editrici che non rispondevano e quelle che mi dicevano che non erano interessate.

Tanto per fare due conti: il libro è stato iniziato 8 anni fa (poi è stato messo da parte a fasi alterne) ed è stato finalmente terminato all’inizio di un inverno neozelandese, quindi a maggio del 2014. Per due anni, quindi, è stato tutto un tira e molla di case editrici, correzioni, modifiche, proposte di pubblicazione in ebook e sedicenti agenti letterari che mi promettevano la fama, chiedendomi in cambio un contributo. (BASTAAA! IO NON PAGO PER PUBBLICARE, FINITELA!)

Finché, a maggio di quest’anno – quando, piuttosto di niente, avevo quasi deciso di pubblicare il romanzo a puntate qui sul blog – qualcuno si è fatto avanti. La casa editrice “Lettere Animate” mi ha detto:

“Ciao Giulia, sai cosa? Il tuo libro ci è piaciuto. Ti va di pubblicarlo con noi? No, noi non siamo quelli che chiedono i contributi dell’autore. No, no, anzi, siamo noi a dare un contributo a te. Come? Sì, certo, ti facciamo l’editing. Sì, ovvio, hai una percentuale sulle vendite, è così che funziona. Ebook? Certo, ma anche cartaceo, ovviamente.”

Ed è stato così che, dopo un cambio repentino di titolo e di nome della protagonista (la cura all’ultimo secondo per i dettagli irrilevanti: un classico, per quel che mi riguarda), dopo una scelta neanche tanto tormentata della foto di copertina (di Renato D’Agostin) e dopo un botta e risposta maniacale e ossessivo sull’editing (a causa del quale penso di aver messo a dura prova la pazienza dei miei editori), il mio mastodonte è venuto alla luce. Una gestazione difficile.

Signore e signori, è con immensa soddisfazione e con un certo timore (ansia da prestazione) che vi annuncio la pubblicazione de “Il vestito verde”, acquistabile in ebook e cartaceo presso tutti gli store online e in tutte le librerie italiane (arrivate fino alla fine dell’articolo, perché c’è una lista con tutti i link).

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Ammetto che in questo momento sto vivendo nel terrore del giudizio. Ma sono pronta. Dopotutto, non ti fai pubblicare se non vuoi sapere che cosa ne pensano gli altri, vero? Uff.

Quindi, amici lettori, si avvicina il momento dei regali di Natale: se siete stufi dei soliti best-seller natalizi di Bruno Vespa e Forattini, se volete sostenere una casa editrice indipendente e una povera scrittrice sconosciuta, beh… è il momento di farlo!

E non dimenticate di farmi sapere che cosa ne pensate (delicati, ve ne prego).

Per quel che mi riguarda, io me ne sto qui in disparte a fare il bilancio delle cose che ho imparato da questa esperienza:

  • Se ci mettete 8 anni a produrre un solo libro, non diventerete mai ricchi;
  • Tutti, in qualche modo, cercheranno di chiedervi soldi (cash o acquisto obbligatorio di copie) : non pagate MAI né case editrici né agenti letterari. Soldi buttati. Sono loro che devono pagare voi per avere l’onore di pubblicarvi o rappresentarvi;
  • L’editing lo fa la casa editrice, non voi. A voi spetta solo l’ultima parola sulle modifiche. Siete padroni della vostra opera e siete liberi di dire di no quando e come vi pare;
  • Non ascoltate quello che vi dicono gli altri e andate avanti. Chi non conosce il mondo dell’editoria, non sa di che cosa sta parlando. Chi invece lo conosce (scrittore o rappresentante, pubblicato o non pubblicato, con casa editrice a pagamento o meno) è una bestia inaffidabile: vi guarderà con sospetto, cercando di farvi credere che possiede informazioni preziose (sempre se è vero) e cercando di non farvi sapere che ha appena sborsato 3000 euro come “contributo di pubblicazione”;
  • Gli altri scrittori vi diranno: volete fare gli scrittori? Trovatevi un lavoro. Bene, non ascoltateli. O meglio: trovatevi un lavoro ma non smettete MAI di scrivere o, ancora meglio, fate un lavoro che vi dà la possibilità di scrivere (ce ne sono, ve lo assicuro). Ernest Hemingway ha fatto l’operaio per un periodo, scrivendo durante le pause e usando la carriola come scrivania. Non ci sono scuse. Se volete davvero scrivere, il tempo non sarà un vostro problema;
  • E lo ripeto ancora: NON PAGATE, MAI. A nessuna condizione. Non si fa, non si può e non si deve.

Detto ciò, cari amici, spero che deciderete di contribuire alla mia impresa e seguirete uno di questi magici link – oppure andrete nella vostra libreria preferita – per fare (anche a me) un regalo di Natale. E non dimenticate di lasciare una recensione o di scrivermi per qualsiasi informazione.

E ricordate che “Il vestito verde” è venuto alla luce anche grazie al vostro supporto. Siete dei lettori preziosi e io vi voglio bene per davvero.

Amazon: cartaceo | ebook (Kindle)
IBS: cartaceo
Mondadori: cartaceo | ebook (Kobo)
Feltrinelli: cartaceo | ebook
Omniabuk: ebook (epub)