Lo scaffale d’oro di Bianca

Eccoci ai nostri scaffali d’oro massiccio!
Sarebbe bello, alla fine di questo progetto, incrociarli per scoprire chi ha più libri in comune…beh, non è escluso. Vedremo. (non lo farò mai)

Adesso lasciamo la parola a Bianca (e leggiamo anche il suo blog perché è bellissimo!)
Cara Giulia, 

eccoti il mio scaffale d’oro, i libri più amati, quelli che mi fanno sospirare, anche a distanza di anni, di alcune trame non ho più un ricordo preciso e puntuale ma ricordo sensazioni, immagini, tratti, sorrisi e strette allo stomaco. Il mio preferito in assoluto è Jane Eyre di Charlotte Brontë, l’unico libro che sia riuscito a farmi versare lacrime di emozione sincere e solitarie.

Cecità di José Saramago: il modo in cui rappresenta e colora di bianco l’indifferenza lo rende un romanzo unico ed imperdibile. Kitchen di Banana Yoshimoto: descrive con tratto delicato la perdita della famiglia, la scelta di ricrearne una basata su scelte non convenzionali. Sostiene Pereira di AntonioTabucchi anche grazie a questo libro ho fatto un viaggio a Lisbona portandomi dietro l’atmosfera decadente, calda e affascinante del libro di Tabucchi.

About a boy di Nick Hornby: adoro Nick Hornby e credo che questo sia il suo libro più bello, la costruzione di un rapporto a due basato su un equilibrio bizzarro, commovente ma anche divertente.
La versione di Barney di Mordecai Richler: mi ha fatto ridere di gusto e anche se l’ho letto più di dieci anni fa ogni volta che vedo un canadair giallo sorrido pensando a Barney.
La Sovrana Lettrice di Alan Bennet: amo Bennet, la sovrana lettrice mi ha regalato una manciata di simpatia per la regina Elisabetta ma soprattutto una passione spropositata per i Bibliobus: ogni volta che ne vedo uno, immagino incontri inaspettati e reali.
Mio amato Frank di Nancy Horan: la figura di Mamah mi è rimasta attaccata alla pelle e tra i pensieri.
Se questo è un uomo di Primo Levi, il libro che dovrebbero leggere tutti almeno una volta nella vita.
Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij: un capolavoro. Punto.

Mi chiamo Bianca e non so mai come descrivermi. Sono una donna curiosa, spesso giro con la musica nelle orecchie e il naso all’insù per camminare a tempo e per allenare lo sguardo a non perdere mai nulla. Sospetto di avere l’orizzonte storto. Di solito non guardo mai i film tratti dai libri che amo e vivo di tante piccole contraddizioni.

scaffaled'oro