Racconti Neri (G.Scerbanenco)

Ho avuto varie illuminazioni nelle ultime settimane.

Mi avevano detto che una volta “il mondo” era più pericoloso, che in città come Milano era un rischio camminare per strada in certe zone, che rapine, omicidi, stupri e zuffe erano molto più frequenti di oggi e che, soprattutto, erano visti e tollerati come avvenimenti purtroppo quotidiani. Tutto ciò, non più di quaranta cinquant’anni fa.

Non ho mai capito fino in fondo a cosa si riferivano. Certo, i film, i documentari e le fotografie che ho visto nel corso degli anni mi hanno aiutato a “costruire” delle immagini e dei luoghi. Ma l’atmosfera, le sensazioni…quelle sono cose che -mi dicevo- se non le vivi in prima persona non c’è niente da fare.

Primo errore e prima illuminazione.
Ho scoperto un autore, Giorgio Scerbanenco, che non conoscevo se non per averlo sentito nominare spesso da Carlo Lucarelli in “Blunotte”. Ecco, Scerbanenco riesce perfettamente a trasmettere quello di cui parlavo.
Scerbanenco ha scritto tantissimi libri e io ne ho letto (finora) solo uno: “Racconti Neri”.

Si tratta, appunto, di storie noir pubblicate su riviste come “Novella 2000” dal 1959 al 1975 (alcuni postumi), con protagonisti reali e crudeli, ambientate soprattutto a Milano, ma anche nel resto dell’Italia e dell’Europa.
I racconti neri di Scerbanenco sono brevi, violenti ed efficaci e -spesso- finiscono in modo brusco e totalmente inaspettato: come dicevo, i personaggi sono cattivi in un modo così credibile che è davvero facile accettare l’idea che, fino a poco tempo fa, la criminalità fosse quotidiana e molto meno “sensazionale” di oggi.

Di “Racconti neri” ho amato soprattutto le protagoniste femminili, a volte donnacce, a volte dame dell’alta società, a volte ragazze pronte a sacrificarsi per un l’uomo -spesso un delinquente- amato, a volte assassine spietate e calcolatrici. Ma tutte donne che mi aspetterei di incontrare e conoscere per strada, se potessi viaggiare indietro nel tempo.

Una raccolta brutale e perfetta. 

PS: qual è l’altra illuminazione? Semplice: ho capito e ho deciso che devo imparare a scrivere come Giorgio Scerbanenco.