Una splendida giornata orrenda

Come si può facilmente evincere dal titolo, oggi è stata una giornata costellata da piccoli insignificanti eventi che hanno contribuito a peggiorare il mio umore ora dopo ora. Sì, sto usando delle perifrasi per dire che è stata la classica giornata di merda.
Il bello è che non è successo niente. Nada de nada. De nada de nada de nada. De nada. 

Ma piove. E di conseguenza tutto assume l’aspetto di una rottura di scatole (ma come sono bon ton) incommensurabile.

Piove sulle tue ciglia nere, sì che par tu pianga ma di piacere.
Direbbe il Vate.

Piove sui capelli e sugli occhiali da vista mentre corri in bicicletta, dico io.
Piove sulla sella, asciugata prontamente e inconsapevolmente con il culo dei jeans. (piacevolissimo)
Piove dentro al collo del giubbotto.
Piove, tu hai l’ombrello, ma è nota la tua avversione per quell’oggetto, che rimane irrimediabilmente chiuso in borsetta. (anche perché comunque non saresti capace di correre in bici con una mano occupata)

Piove, piove, piove per tutto il giorno.
Piove mentre una rubiconda giornalista radiofonica tedesca decide di intervistare TUTTA  la crew dell’ufficio fuori, all’aperto. Piove mentre tu tremi “Ma non avrai mica freddo?”
No, non ho freddo, ho solo messo un rossetto blu.

Piove. Piove anche adesso che finalmente questa giornata infernale è terminata e la mia bici è li che mi aspetta gocciolante.

La pioggia rende tutto così triste e slavato, che neanche l’idea di dover arredare una nuova casa mi ha portato ai miei soliti picchi d’isterismo compulsivo.
Neanche quei pallet (divani in divenire procurati nottetempo) e neanche la prospettiva di un’intera parete blu pavone dipinta da me medesima, neanche questo maglione verde menta di cotone grosso da sfigata anni ’90 (cit.) che indosso, neanche il romanzetto rosa riletto 14 volte*, e neanche il pensiero che fino all’altro ieri il concetto di pallet e di blu pavone erano assolutamente lontani dal mio sterminato orizzonte di conoscenza, mi stanno portando all’entusiasmo sguaiato e molesto di cui ero preda solo ieri pomeriggio.

Dedicato a chi non crede alla metereopatia.

*”Lezione di Tango” di Sveva Casati Modignani.