Lo scaffale d’oro

“Questo libro lo metto sullo scaffale d’oro”
In senso figurato, naturalmente: non ho ancora una libreria con i carati.
Riporre un libro sullo scaffale d’oro, per me, significa ringraziarlo per essere stato così speciale. Invece di dire che è uno dei miei libri preferiti, io lo metto su uno scaffale dorato immaginario.

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Tempo fa, la mia amica -e nuoker- Elena mi ha chiesto: “Ma si può sapere quali sono questi libri? Mi fai una lista? Me ne dici una decina?”.
Una delle cose più difficili: come scegliere una manciata di libri -per me- indispensabili e speciali tra le centinaia (migliaia?) lette fino ad oggi? Elena mi ha lanciato una bella sfida.
Però alla fine ci sono riuscita!

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Ecco i miei pupilli (in ordine casuale):

“Il Piacere” Gabriele D’Annunzio
“Cent’anni di solitudine” Gabriel García Márquez
“Il grande Gatsby” Francis Scott Fitzgerald
“Il nome della rosa” Umberto Eco
“Il Gattopardo” Giuseppe Tomasi di Lampedusa
“Il diavolo in corpo” Raymond Radiguet
“Il giardino dei Finzi Contini” Giorgio Bassani
“Norwegian Wood” Haruki Murakami
“Il Giovane Holden” Jerome David Salinger
“Molto forte, incredibilmente vicino” Jonathan Safran Foer
“La coscienza di Zeno” Italo Svevo

Ne ho esclusi alcuni, è vero, e l’ho fatto con tanto dispiacere.
Poi mi sono detta: perché non chiedere ai miei amici di regalarmi anche i loro scaffali d’oro per trarre ispirazione, per scoprire nuovi autori e per confrontarci?

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Ed ecco che scatta la seconda rubrica di questo blog! 

Chi vuole riempire uno scaffale? Scrivetemi 🙂

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