Friday I’m in love #15

Scrivo la lista di questa settimana direttamente dal mio salotto blu pavone, seduta per terra, minacciata da valigie aperte, scatoloni, pile pericolanti di vestiti e sacchi di roba da buttare.
Sembra che sia passata una banda agenti segreti della CIA che, avendo bisogno di trovare quel microfilm trafugato al loro uomo in Russia, abbia deciso di svuotare cassetti e armadi e di lasciare tutto così. In alternativa, potrebbe benissimo essere scoppiata una bomba carta. Non so precisamente che cosa sia una bomba carta ma ne ho sentito parlare e, vista la quantità di libri presente in questa stanza, penso che possa prestarsi.

Che cosa sto combinando?
Ricordate che vi avevo anticipato un progettone di cui non potevo parlare? Ecco, finalmente il momento è arrivato. E adesso capirete anche perché, cosa strana per me, ho tenuto il segreto per tutti questi mesi.

Nel giro di una manciata di settimane, mi sono gettata anima e corpo nell’adempimento di questa “to do list”.

1) Chiedere un visto lavorativo per la Nuova Zelanda. Ottenerlo.
2) Prosciugare i miei risparmi per l’acquisto di un biglietto aereo per Auckland.
3) Licenziarmi.

Ero così piena di adrenalina che, adesso che ho fatto tutto, ho le ginocchia che fanno giacomo giacomo. Proprio come dopo l’esame di Diritto Internazionale all’Università.

E il bello -il viaggio, l’avventura, il brivido- deve ancora venire!

Per il momento, però, mi assaporo l’estasi del momento e auguro a tutti voi, almeno una volta nella vita, di avere la possibilità di LICENZIARVI.
Di chiedere un meeting con il vostro capo, di tirarvi anche un po’ per l’occasione (indossavo un vestito fuxia e i capelli mi stavano da dio), e di dire:
“No, non siamo qui per parlare di report. NO. Questo non è un meeting normale. Tra un mese vi lascio. E mi prendo tutte le ferie che ho avanzato. Ciao”

È veramente un’emozione forte.
Prendere la decisione è importante, certo, ma dirlo ufficialmente è un altro paio di maniche.

E qui sotto, potete vedere le prove di quella felicità liberatoria.
Assieme a me c’è Sol che, oltre ad essere felice per me, quel giorno si era anche vestita quasi uguale.

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E adesso? Cosa succede?

Beh, tralasciando la parte in cui devo traslocare e riempire questi scatoloni con criterio e senza perdere nulla per strada, per prima cosa -finalmente- non mi sentirete più sacramentare per il freddo berlinese! Siete un po’ contenti?

A ottobre volo dall’altra parte del mondo. (dopo un pit stop di due mesi in Italia…da qualche parte devo pur metterli tutti questi scatoloni, no?)
Sono fortunata, lo so.
Come? Vi state chiedendo se ci vado da sola?
Che dubbio sciocco…certo che no!
Questa volta avrò ben due complici: Alessio e Elena (autrice, tra l’altro, di questo “fuck it” qui sotto).

UPDATE:
Lo aggiungo anche se faceva parte de “Il bello deve ancora venire”: in Nuova Zelanda troverò anche la mia sorellona Martina che ormai vive lì da tanti anni! Chi più felice di me? Pastasciutte di mezzanotte per tutti!

FUCK IT! FUCK IT!
FUCK.
IT.

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